venerdì 30 novembre 2012
martedì 27 novembre 2012
domenica 25 novembre 2012
sabato 24 novembre 2012
mercoledì 21 novembre 2012
LO SCRITTORE D'AMORE
Questa storia, parla di un ragazzo che come hobby gli
piaceva innamorarsi, voleva donare amore. Amava le donne, perché in loro vedeva
la perfezione della bellezza. Il brutto è che lui non aveva le mezze misure,
doveva amarle subito ma non riusciva a trovare una donna capace di ricambiare
quest’amore. Così il poveretto rimaneva sempre vuoto, solo con la sua
solitudine. Le donne, aveva imparato a conoscerle bene, poiché in tutti gli
anni della sua esistenza n’aveva collezionate tante. Le donne in lui vedevano
“l’amico perfetto” e nient’altro, vedevano il ragazzo ideale per ogni donna, ma
paradossalmente non se lo prendeva nessuno. Il ragazzo si era stancato di
quest’etichetta che le donne gli avevano affibbiato, perciò un giorno iniziò un
lungo cammino nella sua mente per trovare, che cosa in lui era sbagliato. “non
c’è niente di sbagliato……” senti una voce che gli parlava. “….è solo che il tuo
cammino, caro amico è più lungo di quanto pensi.” Quella voce era la prima
volta che la sentiva e sinceramente non gli dispiaceva neanche. Era come una
guida per lui, come un “guru” dell’amore. “Saggio, riuscirò a trovare l’amore
perfetto?” domando il ragazzo. La risposta che ricevette, fu solo un
lunghissimo ed estenuante silenzio. Deluso e affranto, spense il cervello e si
ripromise che quella voce non l’avrebbe più ascoltata. Si chiuse in casa per
mesi senza vedere nessuno, era come se volesse rinnegare l’universo femminile.
Stava male, era deluso e preoccupato, non sapeva a chi donare il suo amore. Il
suo corpo era troppo piccolo perché tenesse dentro tutte quelle emozioni, così
decise di scriverle su un foglio, come se dovesse trasferirle su carta. Iniziò
a scriverle e perciò non divenne più un foglio, neanche due….Scriveva e
scriveva, poi si accorse che aveva finito tutta la carta a disposizione che
possedeva in casa. Incominciò a rifornirsi di carta da qualsiasi cartolaio, e
riuscì a finire anche quella, perciò telefonò a tutte le fabbriche di carta
affinché gliene spedissero in continuazione. Continuava a scrivere, ormai non
dormiva neanche più, si scordava persino di mangiare. La notizia del ragazzo
che scriveva, si stava divulgando tramite telegiornali, poiché la carta per i
quotidiani, era stata utilizzata dal ragazzo. Un giorno poi decise di fare una
pausa; si era accorto che aveva scritto per anni. Sì guardò allo specchio e
incredulo di quello che aveva visto riflesso si spaventò, andò in salotto, si
accese una sigaretta ed iniziò a guardare la televisione. In quel momento
iniziò il telegiornale, e la prima notizia che il ragazzo senti, fu: “E’ FINITA
LA CARTA NEL
MONDO”. Compiaciuto della notizia appresa, si diede una bella ripulita, e
decise di affondare il mondo, così finalmente uscì da casa.Si sentiva più
leggero, come liberato da un peso non indifferente. Entrò in un bar per un
caffè, e si accorse che le donne presenti nel locale lo stavano fissando. Ormai
il ragazzo con la sua impresa era diventato famoso, quindi poteva avere
qualsiasi donna ai suoi piedi; così scelse la più carina e la invitò ad uscire
con lui la sera stessa. Seduti entrambe ad un tavolo il ragazzo scoppiò in un
pianto.Si era accorto che non aveva più emozioni nel suo corpo, era come se il
cuore avesse cessato di battere per amore. Si accorse anche che gli mancava gli
argomenti, perciò si alzò dalla sedia e fece per andarsene. La ragazza, stupita
gli domandò: ”Ma scusa dove stai andando?” Lui si girò e con le lacrime agli
occhi rispose: ”Mi dispiace, ma non sono più capace d’amare….!”
lunedì 19 novembre 2012
QUEL PERCHE' CHE NON TUTTI HANNO
Il "perchè" che viene attribuito ad un singolo individuo, generalmente fa parte del modo di essere e di vestire di quella persona.
Sfortunatamente ne esistono pochi esemplari, ma quando si viene a contatto con uno di essi, beh, lo si riconosce all'istante. Sprigiona fascino e savoir faire da tutti i pori, possieede una discreta padronanza del lessico, è un ottimo intrattenitore...insomma non ci si annoia mai.
Lo noti in mezzo alla folla come un faro nella notte più scura, ma solo in pochi lo riescono a distinguere. Se fate parte di questo gruppo di eletti, gioitene: ci riuscite solo perchè avete anche voi il vostro perchè.
Ma attenzione! Questo "perchè" non racchiude solo l'aspetto estetico ed esteriore della persona osservata, bensì va oltre. Si applica infatti su scala più ampia, alla totalità della persona.
E' una sincronia di tutte le forme d'arte: partendo dalla moda, che è legata alla fotografia, che a sua volta è correlata al cinema, che prende spunto dalla letteratura, che si interseca con la musica. Il "perchè", però non si esprime solo nelle scelte culturali dell'inviduo, ma fa parte di quelle scelte che una persona decide di prendere (siano scelte politiche, ideologiche, lavorative, sentimentali, fino ad arrivare a quelle più leggere, come i locali che frequenta e le amicizie che vengono scelte) e che finiscono per formare quel bagaglio che l'individuo si porta dietro.
Purtroppo non possiamo delineare l'aspetto estetico, ma vi consigliamo di tenere d'occhio chi se ne va a zonzo con borse immense, pesantissime, abbastanza capienti da poter contenere macchine fotografiche, libri, taccuini, computer portatili e, spesso, anche il cambio necessario per un paio di giorni. Non si sa mai quello che potrebbe accadere (inoltre queste persone sono notoriamente molto distratte, in quanto troppo occupate dai loro mille pensieri).
Anche i luoghi che frequentano non si possono racchiudere in un'unica categoria, in quanto gli individui dotati di un "perchè" hanno interessi talmenti vari che potreste trovarli nei posti più impensabili e disparati.
Se li volete riconoscere fate attenzione a chi si estranea dal mondo esterno tramite grosse cuffie (ma badate bene a non confonderli con studentelli adolescenti o, peggio ancora, universitari fuori sede): quelli baciati dal "perchè" amano ascoltare musica in qualunque momento della giornata.
Icone di riferimento sono Coco Chanel, Andy Warhol, David Foster Wallace, Stanley Kubrick.
La prova del 9 per poter riconoscere chi è dotato di "perchè" è estremamente semplice: travolti dalla loro luce, volete a tutti i costi conoscerli.
Sfortunatamente ne esistono pochi esemplari, ma quando si viene a contatto con uno di essi, beh, lo si riconosce all'istante. Sprigiona fascino e savoir faire da tutti i pori, possieede una discreta padronanza del lessico, è un ottimo intrattenitore...insomma non ci si annoia mai.
Lo noti in mezzo alla folla come un faro nella notte più scura, ma solo in pochi lo riescono a distinguere. Se fate parte di questo gruppo di eletti, gioitene: ci riuscite solo perchè avete anche voi il vostro perchè.
Ma attenzione! Questo "perchè" non racchiude solo l'aspetto estetico ed esteriore della persona osservata, bensì va oltre. Si applica infatti su scala più ampia, alla totalità della persona.
E' una sincronia di tutte le forme d'arte: partendo dalla moda, che è legata alla fotografia, che a sua volta è correlata al cinema, che prende spunto dalla letteratura, che si interseca con la musica. Il "perchè", però non si esprime solo nelle scelte culturali dell'inviduo, ma fa parte di quelle scelte che una persona decide di prendere (siano scelte politiche, ideologiche, lavorative, sentimentali, fino ad arrivare a quelle più leggere, come i locali che frequenta e le amicizie che vengono scelte) e che finiscono per formare quel bagaglio che l'individuo si porta dietro.
Purtroppo non possiamo delineare l'aspetto estetico, ma vi consigliamo di tenere d'occhio chi se ne va a zonzo con borse immense, pesantissime, abbastanza capienti da poter contenere macchine fotografiche, libri, taccuini, computer portatili e, spesso, anche il cambio necessario per un paio di giorni. Non si sa mai quello che potrebbe accadere (inoltre queste persone sono notoriamente molto distratte, in quanto troppo occupate dai loro mille pensieri).
Anche i luoghi che frequentano non si possono racchiudere in un'unica categoria, in quanto gli individui dotati di un "perchè" hanno interessi talmenti vari che potreste trovarli nei posti più impensabili e disparati.
Se li volete riconoscere fate attenzione a chi si estranea dal mondo esterno tramite grosse cuffie (ma badate bene a non confonderli con studentelli adolescenti o, peggio ancora, universitari fuori sede): quelli baciati dal "perchè" amano ascoltare musica in qualunque momento della giornata.
Icone di riferimento sono Coco Chanel, Andy Warhol, David Foster Wallace, Stanley Kubrick.
La prova del 9 per poter riconoscere chi è dotato di "perchè" è estremamente semplice: travolti dalla loro luce, volete a tutti i costi conoscerli.
SU LA TESTA!
Partiamo dal concetto sviscerato per la prima volta da Coco Chanel, che dice che lo stile resta mentre la moda passa. Prendiamo come esempio lampante il proliferare dei/delle wannabe fashion bloggers in rete e alla pochezza che mostrano esibendo firme, non stile. La moda è facile da seguire, lo stile è qualcosa di innato. La moda è un fenomeno stagionale, imposto dal fashion system, che muore dalla voglia di arricchirsi ogni giorno di più, imponendo nuovi must have e sfruttando manodopera a basso costo. Lo stile è tutt'altro: non ha bisogno di pecunia per essere arricchito. E' qualcosa di estremamente soggettivo, per cui non può andare di pari passo con la moda.
Facciamo un esempio: attualmente è molto cool indossare capi vintage. Ci si butta addosso senza logica anticaglie pagate il triplo di capi nuovi solo per poter dire "E' vintage", senza preoccuparsi di scegliere accuratamente indumenti che non ci facciano apparire ridicoli. Badate bene: non stiamo portando avanti la nostra battaglia anti-vintage, a noi fondamentalmente non ce ne pò fregà de meno, proletari del cazzo (...chi mi stava dettando scherzava, eh!), stiamo solo dicendo che siamo estremamente condizionati da quello che la televisione, le riviste, il web, la moda ci impongono e che siamo diventati nè più nè meno alla stregua di scimmiette ammaestrate pronte ad eseguire gli ordini.
Sovvertiamo il sistema. Mettiamoci addosso quello che ci piace, che ci sta bene e che ci fa sentire noi stessi. Non preoccupiamoci se la gente per strada ci guarda strano perchè portiamo un cappello, un cappotto dai colori o dalla fattura appariscente o un capo di abbigliamento in genere che va al di là dei dettami della moda stagionale. Sorridiamo a queste persone tristi e andiamo avanti a testa alta, perchè "Io sono io e voi non siete un cazzo" (cit. Alberto Sordi).
Facciamo un esempio: attualmente è molto cool indossare capi vintage. Ci si butta addosso senza logica anticaglie pagate il triplo di capi nuovi solo per poter dire "E' vintage", senza preoccuparsi di scegliere accuratamente indumenti che non ci facciano apparire ridicoli. Badate bene: non stiamo portando avanti la nostra battaglia anti-vintage, a noi fondamentalmente non ce ne pò fregà de meno, proletari del cazzo (...chi mi stava dettando scherzava, eh!), stiamo solo dicendo che siamo estremamente condizionati da quello che la televisione, le riviste, il web, la moda ci impongono e che siamo diventati nè più nè meno alla stregua di scimmiette ammaestrate pronte ad eseguire gli ordini.
Sovvertiamo il sistema. Mettiamoci addosso quello che ci piace, che ci sta bene e che ci fa sentire noi stessi. Non preoccupiamoci se la gente per strada ci guarda strano perchè portiamo un cappello, un cappotto dai colori o dalla fattura appariscente o un capo di abbigliamento in genere che va al di là dei dettami della moda stagionale. Sorridiamo a queste persone tristi e andiamo avanti a testa alta, perchè "Io sono io e voi non siete un cazzo" (cit. Alberto Sordi).
UNA STORIA......DI STILE
Gianni Agnelli Torino, 12 marzo 1921 – Torino, 24 gennaio 2003
Fu uomo di grande eleganza, stile e di indiscusso savoir faire.
Dall'intramontabile orologio sul polsino alla cravatta sopra il gilet fino ad arrivare agli occhiali Oakley con le stanghette sopra alle orecchie. Rigorosamente vestito in blue con le immancabili Tod's ai piedi, il suo dress code era diventato il marchio di fabbrica di famiglia (ripreso anche dal logo FIAT), tanto che la sorella Susanna ci scrisse un libro: "Vestivamo alla marinara" . Sempre composto, mai fuori luogo, è stata una delle persone più influenti dei suoi tempi. Era l'imprenditore italiano per antonomasia nel mondo, aveva rapporti con tutte le personalità illustri dell'economia, del cinema, della moda. Tanto che qualcuno lo definì pure "il vero Re d'Italia".
Fu uomo di grande eleganza, stile e di indiscusso savoir faire.
Dall'intramontabile orologio sul polsino alla cravatta sopra il gilet fino ad arrivare agli occhiali Oakley con le stanghette sopra alle orecchie. Rigorosamente vestito in blue con le immancabili Tod's ai piedi, il suo dress code era diventato il marchio di fabbrica di famiglia (ripreso anche dal logo FIAT), tanto che la sorella Susanna ci scrisse un libro: "Vestivamo alla marinara" . Sempre composto, mai fuori luogo, è stata una delle persone più influenti dei suoi tempi. Era l'imprenditore italiano per antonomasia nel mondo, aveva rapporti con tutte le personalità illustri dell'economia, del cinema, della moda. Tanto che qualcuno lo definì pure "il vero Re d'Italia".
YOU DON'T NEED MONEY
TOP 5
(delle cose da non fare per non farsi odiare dal proprio barista.)
1-Gentilmente, mi spiegheresti perchè continui a spegnere la sigaretta dentro la tazzina? ( a casa tua fai così?)
2-Abbandonare il piattino al bancone, disperdendo la tazzina al tavolo dei giornali.
3-Chiamare Boss o Capo il barista.
4-Non è necessario utilizzare un paio di metri di carta da culo solo perchè non la paghi tu...(Conosco una pisciata.....ne basta meno.) Vige la stessa "legge" per la cartamani e inoltre siete pregati di centrare il bidone. (Se questa è la mira che hai.....vorrei vedere il tuo cesso!)
5-Credere che il cucchiaino non occorra se non si usa lo zucchero, prendendosi la briga di riporlo nell'apposito contenitore al di là del bancone.
Scritto in collaborazione con I.M.E.
giovedì 1 novembre 2012
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